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sabato 16 luglio 2011

Numero visitatori per farsi uno stipendio

Faccio rivivere alcune discussioni che si sono fatte in questo forum.
Tutto partì da questa discussione: 500 visitatori al giorno possono fare uno stipendio? dove si riportava una frase di Robin Good, presente in un video su youtube, il quale sosteneva che con 500 visitatori (unici) giornalieri si poteva tirare su uno stipendio.
La discussione è poi proseguita qui:Quante visite al giorno per 1000€/mese con adsense per network di siti?.


Vogliamo metteri una pietra sopra? Vogliamo cercare di dare una informazione il più possibile vicina alla realtà? Allora, per quanto possibile, dobbiamo partire dai dati statistici e di tutte le informazioni possibili.

1. Nascita di questo marasma nel mondo dei blogger
A parte il buon Robin, tutto è partito da un articolo apparso nel WSj America's Newest Profession: Blogging – Mark Penn, WSJ.com - WSJ.com scritto da Mark Penn. Poi questo articolo è stato ripreso nella stampa online locale di repubblica.it e Corriere.it e commentato da autorevoli blog come il tagliaerbe (L’illusione di guadagnare con un blog) e successivamente commentato dallo stesso Robin Good nel suo sito.


2. Cosa sostiene Penn
Mark Penn parla di America’s Newest Profession, cioè di una categoria che supera, a livello numerico, quella dei programmatori, dei pompieri e dei baristi. Ha simato, anche grazie a Tecnocrati, che in USA esistono 20 milioni di blogger, dei quali solo 1,7 milioni dei quali riesce a ricavarne un profitto. E per 452.000 di questi ultimi il blog è la primaria fonte di reddito.
20 milioni, 1,7 guadagna, 452000 ci vive!
Ma quanti visitatori unici servono per vivere con un blog?
Diciamo che per stipendio prendiamo ad esempio la cifra di 57000€ annui lordi. A questi verranno detratte le tasse e gli altri oneri e gli irrisori costi di gestione di un sito.
Bene, secondo Penn, occorrono:
100.000 visitatori unici ogni mese
Ciò significa, comme correttamente rilevato dal tagliaerbe che:
- 100.000 unici, su un blog, generano (mediamente) 200.000 pagine/mese, ovvero 2.400.000 pagine/anno.


- 75.000 dollari equivalgono a circa 57.000 euro.


- Calcoliamo il CPM: 1000:x=impression:euro ovvero 1000:x=2.400.000:57.000.


Da questi calcoli se ne deduce che:
il CPM medio di un blog USA è di quasi 24 euro!


3. Avete un CPM di 24 Euro?
Perché se i dati di Penn e Tecnocrati fossero giusti e voi avete un CPM Adsense di 12€, allora avrete bisogno di raddoppiare il numero di visitatori unici.
Il tagliaerbe confuta questi dati sul CPM indicando altri dati. Questi:

e questi:

Da questi dati si capisce che il CPM è dell'ordine di 10 o 100 volte inferiore ai 24€.


Io non credo che i dati portati da tagliablog siano rispondenti alla realtà, ma non posso dire il perché in quanto non posso portare analisi approfondite come quelle di marketer, quindi li prendo per veritieri in attesa di confutazioni. Posso dire, però, che io in media ho un CPM di 9,48€.
Quindi per me occorrerebbero almeno 250.000 unici/mese per guadagnare 57000€ lordi!

3.Post a pagamento

Penn sostiene che i bloggers guadagnano anche di più dei 75000$ (57000€) scrivendo post a pagamento che generalmente vengono pagati dai 75 ai 200$.
Da noi credo che la tariffa si aggiri intorno alla media di 2.5€ (c'è chi li paga 1€ e chi 5€ ma in media vengono offerti 2€).
Quindi se volete pagarvi le spese minime di INPS annue (2800€) se vi viene pagato 2€ a post ne dovrete scrivere almeno 5 al giorno.


4. Nicchie
Penn non parla di nicchie, ma è ovvio che se voglio guadagnare o scelgo una nicchia ultraredditizia per far fronte ai pochi visitatori unici, oppure devo scegliere un macrosettore. Se Adwords dice che per la mia Keyword c'è una ricerca globale mensile di 700.000 non credo che potrete avere 200.000 unici/mese.
Si potrebbe studiare una Long tail, ma anche questo pone il problema di indicizzazione visti i nuovi algoritmi di Google.

5. Ore lavorate

Penn sostiene che i bloggers a tempo pieno lavorano dalle 50 alle 60 ore settimanali.
Questo va a sfatare una credenza popolare che alcuni markettari hanno infuso per vendere i loro ebook: scrivi per 15 minuti al giorno e guadagna 200/500/1000€ al mese.
Ora, almeno che scrivi post che ti danno 30.000 visite continuative per ciascuno per un anno e che tu ne scriva almeno 4, non credo, neanche nelle rosee affermazioni di Penn, che si possa guadagnare con un blog.


6. Altri metodi di monetizzazione
Penn parla solo sullo scrivere post su commissione. E questo, per un imprenditore è più saggio dei PPL e PPS. Nel caso di Penn avresti una base solida su fondare il business.
Roobin Good non è di questo avviso riconducendo all'annosa problematica del posto fisso. Tutti lo vogliono, l'imprenditore non ce l'ha mai. Poi afferma che occorre svegliarsi perché il lavoro fisso non esiste più!
E' vero! Ma questo secondo me comporta ancora un innalzamento del rischio di impresa di chi intende fare bloggin for life che però non è comparabile con le commissioni dei merchants.
Quindi, oltre ad una attenta analisi del mercato (nel suo complesso e dei singoli segmenti) ad una innata capacità di comunicare (in questa discussione non parliamo di ecommerce) ed ad una sufficiente preparazione (lo stesso Penn dice che i blogger sono quasi tutti laureati), occorre ad un approccio più sistemico dell'azienda blog. Se non ci sono le condizioni in quanto esistono dei muri di gomma nelle affiliazioni ecc... è bene non spendere tempo per lavorare 50 ore settimanali per poi guadagnarsi un buono benzina, pizza e caffè!


Mi spiace se con questo articoletto ti ho rovinato la visione romantica del piccolo blogger, che col suo piccolo blog diventa pian piano ricco e famoso scrivendo post dalla sua cameretta.
La dura realtà è che di Darren Rowse, John Chow e Shoemoney, in Italia, non ce ne sono (e non farmi anche tu l’esempio di Robin Good o di ISayBlog, per carità! :-) ), mentre esiste un esercito di blogger nostrani che riesce a malapena a pagarsi benzina, cinema e pizza… ovviamente scrivendo post su come scaricare video da YouTube o sugli ultimi server di Emule, ed evitando con cura di dichiarare al fisco l’assegno AdSense ricevuto mensilmente.
fonte: http://www.alverde.net/

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